Via Ripamonti: al mercato dell'integrazione.


IL MERCATINO DEL CONSORZIO di via Ripamonti è un bell'esempio di integrazione con qualità e risparmio.

Più che la demagogia, parlano i fatti. Chi lo frequenta si sarà accorto che in uno spazio non molto esteso convivono più persone, lavoratori di diverse provenienze. 

I formaggiai, quasi esclusivamente della bassa padana, ben disposti non solo a vendere ma anche a spiegare la qualità dei loro prodotti.  

Gli addetti alla vendita dei prodotti agricoli, all’infuori di chi sta alle casse, quasi esclusivamente cittadini extra-comunitari. Lavoratori che con assoluta professionalità e cortesia “servono”  clienti altrettanto gentili nei loro riguardi.

Tutto funziona in modo disciplinato senza quel nervosismo che ti assale se devi fare la fila, anche di mezz’ora, prima di poter scandire le quantità di ortaggi, frutta e verdure da acquistare.

Sembra un altro mondo rispetto a quel che ci viene raccontato. Pensate, l’ironia della sorte, una delle aziende agricole si chiama BOSSI. Non credo che siano parenti dell’altro più famoso.

La domanda che ci dovremmo porre è “se sia possibile produrre, e noi consumatori risparmiare, senza l’apporto e la fatica di questi lavoratori: Pakistani, Cingalesi, Indiani, Peruviani ecc.”

Di questi esempi, di rispetto e convivenza, ce ne saranno a centinaia di migliaia nell’intero paese dentro le nostre famiglie, in agricoltura, nelle fabbriche, nei cantieri, nella distribuzione di prodotti: tutto questo non fa notizia. In prima pagina basta sbattere sempre un migliaio di Rom in tutta Milano che vengono sballottati da una parte all’altra del nostro territorio senza trovare mai una soluzione al problema.

Rispetto delle regole, stabilite dalla nostra Costituzione, e dei diritti. Nessuna indulgenza per chi delinque. Ma soprattutto, basta demagogia.

Questo racconto (raccolto) ci dimostra che potrebbe essere questa la strada giusta per ottenere risultati duraturi, rispettandosi:  LEGALITA’, ACCOGLIENZA, INTEGRAZIONE.
Si può.
Al mercato del Cosorzio di via Ripamonti c'è già.

Amedeo Iacovella