L’ ANGOLO DI BEPPE

Riflessioni sui risultati delle Regionali
La nostra gente ha passato nell’alternanza di speranza e angoscia la serata di lunedì 29 marzo alla televisione,qualcuno anche parte della nottata, per seguire fino in fondo, in uno stato quasi di dolorosa incredulità, quanto si stava consumando nei seggi elettorali di Piemonte e Lazio.

Il colpo è stato duro, vuoi perché si pensava alla défaillance del PdL dopo i noti fatti della liste elettorali, con relativo arrogante decreto dell’Egoarca, vuoi perché il governo si era attirato il risentimento dei telespettatori, privati dei talk-show politici preferiti. Questa défaillance si è effettivamente verificata, malgrado i trionfalismi fasulli del suddetto Egoarca, ma non si era tenuto conto del fattore Lega, anche se le previsioni e i sondaggi dei mesi precedenti le elezioni avevano chiaramente annunciato la valanga leghista nel Nord del paese. La sconfitta di Mercedes Presso in Piemonte non era certo preventivata e per quella di Bonino nel Lazio si era sottovalutato l’intervento a gamba tesa del cardinale Bagnasco contro l’ “ abortista “ radicale e quello del fascista Ciarrapico, decisivi nel contado e nella provincia di Roma.

Molti si sono quindi lasciati prendere dallo scoramento, non trovando di meglio che inveire contro questo popolo cialtrone, opportunista e ancora sotto ipnosi televisiva, pur in cospetto delle malefatte e del malgoverno delle destre. Nei giorni successivi poi i media nelle mani di Berlusconi e persino i giornali vicini all’opposizione, secondo il costume italico, sono corsi in soccorso del vincitore esaltando i successi della Lega, ma attribuendoli anche al PdL che in realtà ha perso circa tre milioni di voti. Tutto ciò ha fatto precipitare ulteriormente il morale del popolo di centrosinistra che non si è più raccapezzato fra le cifre confuse e spesso astruse fornite dai mezzi di comunicazione circa i risultati paragonati a quelli di elezioni precedenti sia a livello politico generale che amministrativo. I più non si sono quindi neanche accorti che nella giornata di martedì 30 sono stati resi noti i risultati delle comunali in alcuni importanti centri del Nord come Venezia, Lodi e Lecco in cui un ministro e un sottosegretario dell’attuale governo, candidati, sono stati sonoramente sconfitti. Ora, se si guardano i risultati delle regionali con più calma e razionalità, si scopre che il centrosinistra non ha riconquistato quattro regioni che governava, come Lazio, Piemonte, Calabria e Campania, il che è sicuramente un risultato negativo, ma si deve tener conto anche che su tredici regioni andate alle urne, sette hanno visto la vittoria del centrosinistra e sei quella delle destre. Che cosa si sarebbe detto dunque a parti invertite ? Inoltre il centrosinistra ha incrementato di un punto e mezzo percentuale la prestazione nelle elezioni provinciali ed europee dello scorso anno, malgrado una forte astensione che lo ha colpito, attestandosi a livello nazionale fra il 27 e il 28 %, mentre la sola PdL ha perso sei punti percentuali, andati in buona parte a vantaggio della Lega al Nord e alla astensione nel resto del paese. Si pensi poi a quanto si affermava solo a metà gennaio, quando tutti i vaticini politici davano il centrosinistra perdente in tutte le regioni e la destra vincente, anche nella Italia appenninica, per tredici a zero !

Tutto bene quindi per il nostro partito? Tutti risolti quindi i nostri problemi? Certamente no; ma non bisogna neppure gridare al disastro o abbandonarsi a pulsioni suicide. Una di queste, la più deleteria, sarebbe quella di rimettere in discussione la segreteria nazionale dopo pochi mesi dal consolidamento della leader-ship del partito. Pierluigi Bersani ha fatto onestamente quanto era possibile fare in tempi ristretti, anche nella individuazione delle candidature. L’amministrazione cattiva di Bassolino in Campania negli ultimi anni e di Loiero in Calabria (uno rinviato a giudizio in questi giorni e l’altro appena assolto) hanno quasi obbligato alla frettolosa designazione di De Luca (anche lui indagato) e di Loiero che aveva comunque regolarmente vinto le primarie. Per il Lazio non esistevano candidature autorevoli (malgrado le pressioni su Zingaretti sempre respinte), dopo lo scandalo Marrazzo e si è accettata come una benedizione la candidatura di una figura onesta, capace e autorevole come Emma Bonino. Per la Bresso non vi erano motivi di dubbi, ed infatti il testa a testa col reazionario Cota è durato sino a notte inoltrata. Del suo risultato va comunque ringraziato anche Grillo.

Quali colpe sono dunque attribuibili al segretario? I risultati sono comunque insoddisfacenti sul piano pratico ma non disastrosi su quello politico, come si è voluto far credere a caldo forse, da parte di taluni, interessatamente. Resta il grosso problema che il nostro partito non ha saputo intercettare i voti in libera uscita dal PdL, con il berlusconismo che si avvia verso il declino, ma anzi che ha, a sua volta, perso consensi a favore dell’astensione. Occorre certamente un colpo di reni per uscire dall’impasse e certo saranno indicative le elezioni del prossimo anno per il rinnovo dei sindaci di alcune grandi città come Napoli, Bologna e Milano soprattutto, dove si dovranno scegliere i candidati a furor di primarie. “ Più gazebo e meno loft “ è lo slogan da poco coniato, che dovrà guidarci per presentare i nostri aspiranti futuri sindaci che speriamo siano facce veramente nuove. Inoltre il partito deve fin da ora prepararsi alle elezioni politiche del 2013 che saranno decisive per il suo futuro. E’ certo che la stagnazione di consensi che ci vede attualmente a meno del 28% è un trend negativo che però accenna a migliorare. Bisogna lasciare da parte per il momento la pura e semplice cura delle alleanze che da sola ( è stato dimostrato ) non basta a risolvere i problemi e bisogna presentarsi ai cittadini con un programma chiaro, univoco e ben definito senza aver paura che qualcuno, anche al nostro interno, dissenta o minacci di andarsene. I temi devono andare dalla difesa del lavoro al progresso sociale, dalle riforme istituzionali alla scuola, dai temi etici quali i PACS o il fine vita alla difesa dei diritti delle donne (oggi seriamente minacciati dall’asse Lega-Vaticano) , dall’ambiente al rifiuto senza se e senza ma del nucleare, dalla difesa del posto di lavoro e delle pensioni all’aiuto alle imprese perché esse riprendano competitività e assicurino occupazione stabile, dalla risoluzione senza ambiguità dei problemi legati all’immigrazione all’estensione dei diritti politici locali ai lavoratori stranieri, dal sostegno ai disoccupati al prolungamento della cig e al salario minimo garantito, dalla giustizia fiscale allo abbandono della politica di condoni e sanatorie con equa tassazione delle rendite finanziarie. Sono questi i temi con cui dobbiamo presentarci al paese, senza timidezze e senza piegarci agli interessi delle lobbies per averne l’appoggio, ma difendendo i nostri principi; in altre parole, bisogna avere coraggio. Per quanto attiene più modestamente all’orticello del nostro circolo, penso che si debba operare un piccolo cambio di strategia per ottenere risultati migliori anche in vista delle elezioni comunali del 2011. Forse sprechiamo troppe energie, frutto del lodevole impegno dei nostri iscritti, in dibattiti, riunioni, meeting, marce, manifestazioni e spettacolini che si svolgono sempre tra noi e comunque in presenza di persone che già ci danno il loro voto. Penso invece che dobbiamo uscire,come usa dire, sul territorio, contattando la gente che ha voglia di parlare e ascoltarla, dare consigli, fornire materiale scritto semplice e comprensibile sui temi della vita reale delle persone. Bisogna consumare le suole, come dice Maiorino, visitare i mercati, attrezzare gazebo il sabato o banchetti davanti alle scuole e alle aziende, dandoci dei turni e restando visibili il più possibile. Se faremo tutto questo non potremo non avere i risultati sperati e la nostra attuale debolezza nei confronti delle destre diventerà una forza benefica al servizio della collettività che è poi la missione per cui noi crediamo nel nostro partito.

Giuseppe Benincasa