Un piano paesistico per Quinto Sole, di Paolo Pavoni

Anche quest'anno, come da consolidata tradizione, abbiamo festeggiato il 1° maggio presso la cooperativa Pedrazzini di Quintosole.

Eravamo oltre 200 ed abbiamo ricordato il lavoro, festeggiandolo, nel modo che ci piace di più: stando insieme.
E lo abbiamo fatto a Quintosole, come si è sempre fatto.

Quest'anno, però, l'essere a Quintosole ha rappresentato per noi qualcosa in più: il desiderio di riappropriarci della speranza di riuscire a valorizzare quel pezzo di città, come merita.
Paolo Pavoni, capogruppo del partito democratico al consiglio di zona 5, in questo articolo ci indica quali siano i progetti dell'attuale maggioranza al Comune proprio su Quintosole.

Lascio a voi valutare se queste siano le proposte che vorremmo ricevere o se, al contrario, sentite l'esigenza di scelte che siano sostenibili e lungimiranti.
Cosimo Palazzo

(Per approfondire un pò la storia della festa del 1 maggio...clicca qui)

Se volete maggiori informazioni, su questo tema e in genere su quanto accade in Consiglio di Zona 5, scrivete ai nostri consigieri  Paolo Pavoni e Maurizio Lombardelli a consiglierizona5@pdcircolovigentino.org

UN PIANO PAESISTICO PER QUINTO SOLE
“la tutela della natura e dell’ambiente è un obbligo morale verso le generazioni future”

La difesa del territorio non può essere fatta per punti o per singoli interventi: quando si deve proteggere l’insieme storico-ambientale di un territorio la soluzione da adottare è quella dei piani paesistici.
L’armonico rapporto città-campagna costruito attraverso i secoli sta cedendo terreno a uno sviluppo urbano senza controllo.
Eppure le leggi di tutela ci sarebbero, ma i tagli ai finanziamenti e alle risorse umane, sommati al labirinto dei conflitti di competenza fra enti e istituzioni, hanno lasciato spazio a “deroghe” ed “eccezioni” per non dire dei “condoni” (operati specialmente dai governi di destra).
Così si è giunti a una città indefinita, che non ha più limiti, mentre il terreno agricolo,coperto dal cemento, perde per sempre le funzioni ecologiche che aveva esercitato.
L’intervento edilizio programmato a Quinto Sole in via Camporgnago, recentemente esaminato in Consiglio di Zona è un classico esempio di questo modello di crescita della città.
Una volumetria di 42.00 mc.,198 unità immobiliari ( 84 bilocali,48 trilocali, 12 quadrilocali) con un incremento dei residenti del borgo stimabile in 4/500 persone, ben oltre il numero degli attuali residenti.
Un intervento di tali dimensioni impatta in un borgo di antica formazione dove accanto alle vecchie cascine si è sviluppato un tessuto edilizio disomogeneo con presenza di attività produttive accanto alla residenza e per ultimo il carcere di Opera.
Tutto questo insieme ha contribuito a accentuare una condizione di degrado e di marginalità tipica di aree al limite della città.
Questa situazione è ben evidenziata dalla carenza di servizi primari.
Manca la rete di fognatura pubblica, il costruttore dovrà realizzare un depuratore.
Mancano i marciapiedi pedonali lungo tutte le vie del borgo ( Quinto Sole, Camporgnago e via Ripamonti).
Carenza di parcheggi pubblici che, con l’insediamento di ulteriori 400 residenti, porterà il borgo al collasso. I circa venti posti auto previsti sulla via Camporgnago con il nuovo edificio, risultano largamente insufficienti.
Assenza di strutture scolastiche per l’utenza che si aggiungerà a quella che già oggi si trova in condizioni di disagio nel borgo.
Scarsa probabilità che attività commerciali possano insediarsi negli spazi previsti nel nuovo progetto edilizio con conseguente disagio dei residenti.
Il Piano di Governo del Territorio (PGT) in esame in Consiglio Comunale prevede degli obiettivi di recupero e riqualificazione, secondo il modello di “parco agricolo”, per le parti del territorio del sud Milano che ancora conservano testimonianze storiche di notevole valore ambientale.
La sfida del Piano (PGT) sarà vinta se prevarrà il principio della “pubblica utilità” del patrimonio culturale e ambientale rispetto ai potenti interessi fondiari privati.
Interessi speculativi che tanta parte hanno avuto e hanno nello sviluppo caotico e incoerente della città e che guardano alle opportunità delle aree rappresentate dal Parco Agricolo Sud Milano.
Il Partito Democratico e l’opposizione in Consiglio Comunale e nel Consiglio di Zona 5 sostengono e si riconoscono in questa battaglia di civiltà.

Paolo Pavoni, capogruppo del Partito Democratico al Consiglio di Zona 5

Appunti di  QUIINTO SOLE
(da “indagine per un nuovo assetto territoriale del parco sud”,arch.zohreh in minestrini rezazadeh)

Antico insediamento rurale del Vigentino. Quinto Sole deve l’origine del suo nome alla distanza che, in epoca romana, corrispondeva a cinque miglia dalla cerchia di Milano “ad quintum lapidem” ed alla particolare esposizione delle sua cascine rivolte a mezzogiorno, ovvero “al sole”.

Attualmente la posizione del borgo è a tre miglia da Milano fuori dalla porta Vigentina, situato sul lato destro della via Ripamonti che da Milano conduce a Pavia.
Al centro del nucleo rurale di Quintosole è visibile una torre tardo medioevale con insegne araldiche, appartenenti agli antichi feudatari del luogo.

Lo stesso stemma è presente sul lato interno della torre che si affaccia sull’aia della cascina più antica ( cascina Quintosole), caratterizzata a sua volta da arcate monofore realizzate in mattoni, aperture a volta ribassata alternate a aperture circolari, che richiamano la forma del sole perché realizzate in mattoni posti a raggiera intorno all’apertura.

La via, chiamata all’inizio del secolo, via Cascina Quintosole, che inizia dalla suddetta cascina e termina all’incrocio con la via Ripamonti, comprende al n° civico 40 la chiesuola di Santa Maria Assunta fatta erigere da S. Carlo Borromeo nel 15° secolo.

All’interno statua in legno dedicata alla madonna.

Nel nucleo storico che si affaccia sulla via Quintosole è presente anche un vecchio fontanile e, quasi a delineare il confine del borgo, scorrono a lato della Cascina Quintosole l’antica roggia “Cavo Rile” e, sulla via Ripamonti ,la roggia “Bolagnos”.