L'Angolo di Beppe. Il consenso, la crisi economica, la manovra, le alterantive

I sondaggi in possesso di Eugenio Scalari, pubblicati su Repubblica di domenica 13/6/2010 stimano il consenso per il PD al 27%, quello per il PdL al 33%. Come si vede vi è uno stallo tendente al basso per il centrosinistra e un calo piuttosto deciso per la destra rispetto al passato; quindi si può dire che si nota una perdita di consenso da parte dei due maggiori partiti in Italia.
Non vi è comunque nessun travaso di voti da un partito all’altro, come evidenziato dagli ultimi risultati elettorali regionali, ma piuttosto si palesa un’astensione diffusa, specialmente nei confronti del PdL.
Per capire questo fenomeno bisogna diversificare la situazione dei due maggiori partiti.
Nei confronti del partito di Berlusconi i cittadini cominciano a prendere le distanze da un’azione politica inesistente o che non coincide affatto con quanto pomposamente promesso in campagna elettorale nel 2008, fino a declinare un vero e proprio fallimento, un malessere sociale diffuso nell’elettorato simpatizzante, un immobilismo nell’azione di governo che è tipico del populismo, come ho già avuto modo di illustrare nel mio precedente articolo intitolato appunto “Il populista”. (...)

Per leggere l'intero articolo, vai sulla pagina "l'angolo di Beppe"e clicca  sul titolo dell'articolo.

No all'inceneritore nel Parco Sud

In queste ultime settimane ci siamo impegnati nella mobilitazione contro l'inceneritore nel Parco Agricolo Sud e oggi, con soddisfazione, vogliamo aggiornarvi sui risultati raggiunti.

Il 9 giugno scorso si è tenuta la prima seduta della Conferenza dei Servizi convocata dalla Regione Lombardia cui hanno partecipato le rappresentanze dei principali comuni interessati, la Provincia di Milano, il Comune di Milano, il Parco Agricolo Sud Milano, Legambiente e, naturalmente, Amsa (la società che ha presentato il progetto).

La conferenza è stata preceduta da una manifestazione di protesta sotto il palazzo regionale, in cui il Partito Democratico, con i cittadini, i comuni e le associazioni hanno spiegato nuovamente le ragioni del NO.

Dopo questo primo incontro, Amsa è apparsa sempre più isolata: la Regione Lombardia ha ribadito la sua posizione di contrarietà alla localizzazione nel Parco Sud del nuovo termovalorizzatore per la provincia di Milano ed ha chiesto che vengano studiate localizzazioni alternative. Simile perplessità è stata sollevata anche dal Comune di Milano.

Purtroppo, ancora una volta dobbiamo registrare il permanere dell'ambiguità sulle scelte in materia di gestione rifiuti da parte dell'Amministrazione; infatti, nel Consiglio Comunale straordinario del 14 giugno convocato sul tema proprio dall'opposizione, il Vice-Sindaco De Corato ha preso tempo dopo anni che si dibatte di quest'argomento.

Oltre ciò, occorre registrare agli atti anche il "vergognoso" rifiuto opposto dalla maggioranza di centro-destra del Consiglio di Zona 5 di convocare, come richiesto dall'opposizione, un incontro sul tema.

24 GIUGNO LA SVOLTA:  Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all'unanimità una mozione che invita la Giunta ad opporsi al progetto di costruzione del nuovo termovalorizzatore nel Parco Sud, negando l'autorizzazione alla sua realizzazione.
Il provvedimento è stato presentato dal Gruppo del Partito democratico con Filippo Penati primo firmatario.
Il consigliere del Pd Franco Mirabelli ha fatto sapere in una nota: "Per legge spetta alla Regione decidere dove autorizzare gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Grazie all'iniziativa del Pd, esce di scena definitivamente la possibilità che il termovalorizzatore venga realizzato nel Parco Sud. Ora ci aspettiamo che già dalla prossima Conferenza dei servizi venga completamente escluso da tutte le parti chiamate in causa"

Questo risultato è indubbiamente frutto della grande mobilitazione che ha visto coinvolti enti, associazioni e soprattutto noi cittadini uniti in una causa comune.

Grazie, grazie, grazie !!!

A chi ha contribuito alla raccolte delle firme contro l'inceneritore firmando la petizione e coinvolgendo ed informando i propri vicini di casa, i genitori dei compagni di classe dei propri figli e nipoti, i colleghi di lavoro.

Il Circolo Vigentino ha raccolto circa 900 firme (su un totale di 4000, raccolte complessivamente dal Comitato No Inceneritore, in aggiunta alle 4000 raccolte in passato); in poco più di un mese, attraverso i nostri presidi sul territorio (mercati via Ghini-Wolf Ferrari-Fatima, Consorzio Agrario, Quintosole, Chiaravalle, Darsena, Via Ripamonti), abbiamo contributo in modo determinante all'ampia protesta in tutta Milano sud e Comuni limitrofi.

Se da un lato questa presa di posizione della Regione apre a un esito finale positivo, dall'altro ci consegna molte domande e poche risposte su una strategia a livello provinciale in materia di rifiuti:
1. quale è il reale fabbisogno di smaltimento della Provincia di Milano?
2. il Comune di Milano intende seriamente adottare politiche per abbattere le oltre 200.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani per raggiungere l'obiettivo (fissato per legge) di raccolta differenziata pari al 65% dei rifiuti prodotti (ad oggi Milano è ferma al 33%)?
3. oppure, si intende ancora una volta puntare sul potenziamento dei termovalorizzatori esistenti, affossando quindi la raccolta differenziata?

Noi del Partito Democratico non ci accontenteremo: continueremo a interrogare gli amministratori affinchè diano a noi cittadini le risposte necessarie e assumano seriamente la responsabilità di pianificare il futuro della nostra città.

Vi terremo aggiornati

La mozione di Franco Mirabelli in Consiglio Regionale

11 giugno - SCOSSA DEMOCRATICA NO ALLA LEGGE BAVAGLIO


L'11 giugno alle 17 in Piazza San Babila ci troviamo insieme per dire no all'ultima legge vergognosa del Governo Berlusconi.
Il ddl intercettazioni è l’ennesima norma ad personam per il premier. La tutela della privacy invocata a gran voce dalla maggioranza è solo un pretesto per colpire stampa e magistratura attraverso pesanti sanzioni per gli organi d’informazione e forti limitazioni all’utilizzo delle intercettazioni.
Una legge che minaccia la legalità e la democrazia.
Una legge voluta da Berlusconi con il consenso di finiani e leghisti, che tutto il Pdl ha blindato ricorrendo all’ennesimo voto di fiducia.
Il PD di Milano dice no a questa legge il cui unico obiettivo è limitare la libertà d’informazione e intralciare il lavoro degli inquirenti.

Diamo una Scossa Democratica per dire NO ALLA LEGGE BAVAGLIO

Intervengono: Roberto Cornelli, Emanuele Fiano, Francesco Laforgia, Pierfrancesco Majorino, Matteo Mauri ed esponenti del mondo dell'informazione

Per aderire all'appello e per informazioni: scossademocratica@gmail.com

Guarda il video realizzato dai giornalisti milanesi della FNSI "Professione Riporter"

L'Angolo di Beppe. "Il Populista"

IL POPULISTA

Populista è l’uomo pubblico che, a fini di potere, instaura un rapporto diretto fra sé e le masse popolari di qualsivoglia estrazione sociale, come lo fu Juan Peròn per l’Argentina degli anni 50.

Il populista non ammette corpi intermedi o strutture create dalle leggi nell’essere a capo di un popolo. Egli confonde sempre, a volte di proposito, il concetto di democrazia con quello di dominio incontrastato su di un paese grazie all’investitura popolare.

L’etimo della parola “democrazia” sembra dargli comunque ragione poiché “democrazia”, nella sua comune accezione, significa “governo del popolo”. Il populista afferma di seguire l’iter democratico e di governare in nome del popolo, dato che questo ha riposto su di lui la sua fiducia e il suo consenso. Egli finge però di dimenticare la lezione del padre del pensiero politico moderno, cioè di Montesquieu, il quale affermava che, perché un regime possa definirsi democratico, occorre non solo che il potere sia esercitato in nome e per conto del popolo, ma che tale potere non sia concentrato nelle mani di uno solo.

Bisogna infatti che questo potere, frazionato in tre parti, cioè il legislativo, l’esecutivo e il giudiziario, sia esercitato da tre organi diversi e indipendenti come il Parlamento, il Governo e la Magistratura. Solo rispettando questa suddivisione fondamentale per le libertà si può quindi parlare di “ democrazia”, non bastando più il solo consenso popolare in favore di un solo individuo.

Come tutti sappiamo, nel nostro paese si tende dunque a confondere la democrazia con il governo di uno solo il quale ha ricevuto dalle urne l’investitura popolare per comandare”legibus solutus”.

Il paradosso è quando il designato dal popolo in realtà non governa! E non governa per sua stessa definizione del ruolo. Infatti costui al massimo comanda; cioè si limita a dare degli ordini ai suoi sottoposti(parlamentari di maggioranza, ministri,informazione privata e sedicente pubblica), lottando strenuamente contro il terzo potere, quello giudiziario, che rifiuta di sottomettersi.

Di qui la sua sola azione possibile, cioè quella esercitata non nell’interesse di tutti i cittadini, ma nell’interesse esclusivo dell’Egoarca e di coloro che appartengono alla cerchia dei suoi alleati, compagni di merenda e amici più o meno interessati. Quindi ne derivano i tentativi di fuggire dai processi che lo coinvolgono direttamente o indirettamente, con i vari “lodi” i “legittimi impedimenti”, il “processo breve”, o gli sforzi per difendersi dagli scandali che lo vedono protagonista sul piano morale o penale con la cricca dei suoi sodali.

Ne è esempio in Italia il DDL sulle intercettazioni telefoniche che impietosamente mettono il re a nudo non solo davanti alla giustizia, ma anche davanti alla pubblica opinione. Questa, per quanto cloroformizzata e mitridatizzata dai media a lui sottoposti, si rivela ai suoi occhi di importanza vitale per mantenere il potere.

Non vi è assillo peggiore per il populista che quello di compiacere la più larga fetta possibile di opinione pubblica, che è l’unico elemento che lo sostiene al comando, senza la quale sarebbe spazzato via inesorabilmente. Si spiega così la cura maniacale nell’ordinare e nel consultare sondaggi di opinione. Si spiega così anche quell’ondeggiamento continuo, quel cambiare posizione e opinione dalla sera al mattino, quel nascondere certe realtà spiacevoli(come quella della crisi economica) o quel contraddirsi continuamente nel formulare dichiarazioni, accusando i mezzi di informazione di averlo frainteso.

Questi giri di valzer, apparentemente inspiegabili e spesso ridicoli, ma motivatissimi per chi li sappia interpretare, sono fatti all’unico scopo di compiacere la botte e il cerchio, di fingere di accontentare tutti o di scontentare il minor numero di cittadini possibile. Per questo qualsiasi decisione di governo in una direzione definita resta molte volte inattuata.

Ecco perché si diceva pocanzi che in realtà il populista non governa. Per governare bisogna prendere certe decisioni, a volte scomode per larghe categorie di cittadini, che potrebbero quindi negare a chi le prende il loro consenso. L’esempio più chiaro di questi giorni è quello che riguarda il problema dell’evasione fiscale in Italia. A nessuno piace pagare le tasse, specie quando sono alte, con buona pace dell’ex-ministro di centrosinistra Padoa-Schioppa.

Il populista liscia quindi il pelo agli evasori accusando di esosità il sistema fiscale italiano e arrivando addirittura a giustificare l’evasione in molti casi! Quando però l’opinione pubblica onesta si rivela preoccupata e spaventata dalla crisi economica e dal rischio Grecia il populista tuona contro l’evasione fiscale, minaccia sfracelli a carico degli evasori(e dei corrotti anche fra i suoi amici) per tranquillizzare i cittadini che pagano regolarmente le tasse e che sono la maggior parte nel paese, ma sa che dopo poco tempo, dopo che la buriana sarà passata, non se ne farà più nulla. La crisi la pagheranno i soliti noti, cioè statali, dipendenti, pensionandi, funzionari pubblici,intellettuali, magistrati(detto per inciso, si puniscono in genere gli elettori dell’opposizione), e i 100 e passa miliardi di euro di evasione annua in Italia verranno dimenticati. Con quei soldi, altro che manovra economica correttiva si potrebbe fare!

Importante è dunque mantenere il consenso. Questo è fondamentale per l’esercizio del potere che, a sua volta, garantisce la protezione e l’accrescimento dei propri interessi privati e l’immunità nei confronti della giustizia che non potrà, per ora, perseguire i reati finora dal populista commessi.

Osservazione curiosa e un po’ paradossale: di norma un governante che ha a cuore i governati si adopera per dare esempio di buon governo e ciò gli garantisce il consenso. Il populista , al contrario, compiace la maggior parte possibile di cittadini, anche disonesti, esclusivamente per mantenere il proprio potere e portare tranquillamente in porto i propri affari privati.


Giuseppe Benincasa Circolo Vigentino PD Milano