Liste regionali...l'arroganza del potere.


La favola che riportiamo di seguito, scritta nel XVII secolo dal francese Jean de La Fontaine, si attaglia perfettamente alla triste realtà italiana di oggigiorno.
E’ di ieri 6 marzo, infatti, l’atto di prepotenza ( l’ennesimo a dire il vero) di una maggioranza di governo ( si fa per dire ) che mostra i muscoli al paese piegando ai suoi voleri leggi, regolamenti, diritti delle persone.
Il caso delle liste elettorali della destra è emblematico. Bastava solo trovare un pretesto, uno qualunque, per perseguire i propri interessi facendo riammettere delle liste fuorilegge o presentate in grande ritardo e infrangendo la legalità.            
Nessuno ha speso una parola per i Radicali in Lombardia, esclusi dalla competizione senza pietà per insufficiente numero di firme. Ma grida, insulti, minacce si sono levate dalla potente maggioranza berlusconiana contro l’applicazione della legge elettorale vigente, fino ad arrivare a calpestarla ! Ah ! dimenticavo ! Per ben tre volte Luigi XIV, il “ Re Sole “, ha posto il suo veto all’elezione di de La Fontaine come membro dei quaranta accademici di Francia.
Ma quello era il periodo dell’Assolutismo...
GLI ANIMALI MALATI DI PESTE

Un male che spande terrore,
male che il cielo nel suo furore
inventò per punire i delitti della terra.

La peste ( dato che va chiamata col suo nome ),
capace di affollare in un sol giorno l’Acheronte,
faceva agli animali la guerra.

Non morivano tutti, ma tutti erano colpiti.
Non se ne vedevano di indaffarati
A cercare sostentamento per una morente vita;
nessun cibo stimolava la voglia.

Né i lupi,né le volpi insidiavano
La tenera e innocente preda.
Le tortore fuggivano;
niente amore e quindi niente gioia.

Il leone indisse un consiglio e disse
“ Miei cari amici,
io credo che il cielo abbia permesso
per i nostri peccati questa disgrazia.
Il più colpevole di noi dunque
si sacrifichi sotto i colpi della celeste collera,
forse otterrà la guarigione degli altri.

La storia ci insegna che in simili sciagure
si fanno simili sacrifici.

Non illudiamoci dunque, vediamo senza pietismi
lo stato della nostra coscienza.

Personalmente, soddisfacendo le mie brame,
ho divorato un sacco di pecore.
Che mi avevano fatto ? nessuna offesa.

Mi è persino talvolta accaduto
di mangiarmi il pastore.

Io quindi mi sacrificherò, all’occorrenza;
ma penso che è bene che ognuno
si accusi come io faccio poiché è bene
augurarsi, secondo giustizia,
che il più colpevole muoia.

Sire – disse la volpe – voi siete proprio un buon re;
i vostri scrupoli rivelano troppa onestà;
ma via; mangiare delle pecore canaglie,
stupida razza, è forse peccato ?
no, no, voi faceste loro, mio signore,
divorandole un grande onore;
e quanto al pastore,
si può dire che è degno di ogni male,
essendo una razza che costruisce una signoria
non dovuta sugli animali. –

Così disse la volpe e gli adulatori applaudirono.
Non si vollero troppo approfondire
né sulla tigre,né sull’orso, né sulle altre potenze
i più spaventosi peccati.

Tutti quelli che accampavano scusanti,
sino ai semplici cani,
secondo il dire di ognuno
erano santerelli. Poi venne l’asino e disse :

Io mi ricordo che, passando sul prato di un convento,
la fame, l’occasione,l’erba tenera e, io penso,
anche sotto la spinta di qualche demonio
colsi una striscia di erba larga quanto
la mia lingua. Io non ne avevo diritto
se si deve parlar chiaro. –

A queste parole si gridò – Dalli !- al povero asinello.

Un lupo un po’ leguleio dimostrò con un’arringa
che bisognava sacrificare quel maledetto animale,
quel cencioso, quel rognoso da cui veniva tutto il male.

Il suo peccatuccio passò per un caso da forca.
Mangiare l’erba altrui ! che delitto tremendo !
Solo la morte era in grado di lavare la colpa;
e glielo dimostrarono subito.

Secondo che voi siate potente o miserabile
i giudizi cortigiani vi renderanno bianco o nero.

(Jean de La Fontaine – Le Favole)

Personaggi e interpreti :

Il leone : Silvan De Berluscon

La volpe : Alexander Bondì

Il lupo : NiK Ghedin

L’asinello : Marco Cappato


Giuseppe Benincasa, Gruppo Cultura del Circolo Vigentino PD Milano
(l'immagine è tratta da un  dipinto di W. Aractingy)