IL GIORNO DELLA MEMORIA
Come tutti gli
anni ci apprestiamo a rivivere un momento di emozione ma anche di speranza. Chi
di noi non si è commosso nel vedere alla televisione o al cinema gli struggenti
episodi della shoah, del sacrificio di milioni di persone deportate, torturate,
uccise per lo più in modo barbaro e disumano per il solo torto di essere di una
razza diversa da quella dei loro persecutori: uomini, donne bambini,
rastrellati in tutti i paesi dell’Europa, soggiogati e calpestati dall’esercito
hitleriano. Per la quasi totalità gente di razza semita, ma anche Rom, o
addirittura oppositori ariani del regime nazista, Tutto iniziò in Germania
dalla cosiddetta “Notte dei Cristalli”, quando i miliziani di Hitler in camicia
bruna assaltarono i negozi e i locali di proprietà degli ebrei, sfasciarono i
vetri di porte e finestre e uccisero quelli che osavano opporsi a quegli atti
di violenza assurda e bestiale. Notte detta, appunto per ciò, dei “Cristalli”.
Oggi vi è in televisione il film “La vita è bella”, interpretato da Roberto
Benigni, che non mi stancherò mai di rivedere e che sicuramente pochi non hanno
visto in questi anni. Il film esprime con delicatezza e insieme con dolcezza e
direi quasi con pudore la tragedia che ha travolto l’Europa e il nostro paese
occupato e incatenato. Chi guarda questo film stupendo si rende subito conto
dell’abisso del male in cui l’ideologia nazista ha annegato l’umanità, così da
consegnare alla storia la vergogna di cui è capace l’essere umano quando smarrisce
la stella polare della ragione così da assumere le sembianze della bestia. E
non è solo questo film a denunciare l’abominio. Altre testimonianze visive, dai
documentari e dalle riprese cinematografiche girate a volte dalle stesse truppe
naziste nei lager o dagli alleati vincitori alla fine della guerra, ai film
come quello che racconta il diario di Anna Frank, ci mettono di fronte alla più
grande vergogna umana del XX secolo.
Certo il
pregiudizio razziale raggiunge durante la seconda guerra mondiale il momento
più drammatico e disumano, ma
l’aberrazione di questo sentimento è purtroppo spesso presente nella storia
dell’uomo e sciaguratamente lo è ancora oggi, malgrado le denunce degli onesti
e gli sforzi per esorcizzare il pregiudizio delle differenze fra gli uomini; di
religione, di razza, persino di sesso fra uomini e donne.
Già a
metà del XIX secolo la questione dello schiavismo e della superiorità della
razza bianca sulla nera aveva trascinato un paese come gli Stati Uniti in una
guerra fratricida di Secessione, non solo per motivi ideologici, ma anche
economici. Il colonialismo di fine ottocento aveva poi scavato un solco fra
conquistatori europei e popoli che non conoscevano il progresso e la civiltà.
Invece di essere aiutati a crescere, questi popoli venivano sottomessi,
sfruttati, deportati; considerati come strumento di potere, non come fine ma
come mezzo. L’umanità ha assistito al razzismo in Sud Africa, quello
dell’aparthaid e alla lotta di emancipazione di Nelson Mandela e poi alla
rivolta pacifica negli Stati Uniti di Martin Luther King contro la segregazione
razziale e, prima ancora, la rivolta non violenta di Gandhi in India contro il
dominio inglese. Purtroppo la storia tende a ripetersi e ancora oggi questo
male oscuro sembra serpeggiare più o meno nascosto nelle vene dell’umanità.
Dai
genocidi tribali dei paesi africani alle stragi e alle persecuzioni nei paesi
islamici, questo terribile virus sembra non poter essere eradicato
dall’organismo sociale. Persino nell’Italia di oggi, l’ultimo episodio
demenziale a Napoli, ad opera di appartenenti al gruppo nazi Casa Pound che
progettavano di usare violenza sessuale contro una studentessa coetanea perché
ebrea! Questi episodi testimoniano dunque che purtroppo la memoria del male
passato non basta ad esorcizzare il presente. Quello che gli uomini di buona
volontà possono fare è però di non arrendersi e cercare di rendersi migliori e
solidali attraverso l’esecrazione del razzismo che è poi un delitto contro il
proprio genere.
Due
anni fa scrissi una poesia sulla deportazione di una ragazza ebrea in uno dei
campi di sterminio del nord Europa con partenza dal binario 21 della stazione
Centrale di Milano.
La leggeremo al circolo per meditare.
Giuseppe
Benincasa - circolo Vigentino Angelo Vassallo